Ore 15.08
Fa caldo. O
almeno penso che sia così. Io non lo sento. Non sento più niente, né caldo, né
freddo, né dolore. A malapena conservo una vaga parvenza di tatto. L’udito e la
vista si sono in qualche modo alterati, forse peggiorando. L’unica cosa che
sento veramente è una gran fame. In centro non è rimasto nessuno. Nessuno vivo,
ovviamente. Provo disgusto alla vista di tutti quei cadaveri che girano per le
strade. Mi ripugna la vista di quei corpi massacrati che nonostante tutto
continuano a “vivere”. Ne ho sterminati un numero enorme, eppure sembrano
essere sempre di più.
Mi guardo
allo specchio e provo repulsione, perché sono come loro, eppure in qualche modo
sono diverso. Da questo olocausto sono nate due nuove specie, e solo una
dominerà il mondo come gli umani lo hanno dominato a loro tempo, e per farlo
avremo bisogno di questi stessi umani. Per questo tutti gli altri saranno
spazzati via. Ma per attuare questo piano, i vivi devono essere spezzati, e ci
sono tanti modi per farlo.
L’altro mi ha
riferito di un gruppo di vivi, organizzati e con armi,nascosti in una fattoria
non molto lontano da qui.
Uccidere
quelli armati e catturare gli altri.
Così sia.