Ormai è più di una settimana che siamo rinchiusi qui. Si è vero, dovremmo cercare un modo per andarcene, trovare un posto in cui la sopravvivenza sia assicurata, ma un po' di riposo ha fatto miracoli per tutti. Sembravamo dei relitti umani, ora perlomeno siamo un po' più tranquilli. Anche la vicinanza ci ha fatto bene, il fatto stesso di poter parlare con altri esseri umani.
Questo posto è abbastanza sicuro: le uniche entrate sono quelle principali, che sono sbarrate per bene, l'accesso secondario da cui sono entrato io, che è bloccato, e sul retro la zona di carico e scarico merci, che è sigillata da pesati saracinesche. L'unica via di accesso potrebbe essere il tetto, ma non penso che quei fottuti mostri abbiano la coordinazione necessaria per scalare la facciata di un edificio, e comunque la botola che porta sul tetto è chiusa dall'interno. Ma niente può impedire al puzzo dei cadaveri che si stanno putrefacendo sotto il cocente sole estivo di entrare e ammorbare il nostro apparato respiratorio.
Lì fuori i morti continuano a camminare, inconsapevoli del fatto che vicinissimi a loro ci sono delle potenziali vittime. In realtà, penso che in qualche modo sappiano, o meglio sentano, che noi siamo qui. Capita sempre più spesso che, senza alcun motivo apparente, uno o due di quei cosi spendano un po' di tempo a battere i pugni contro le entrate urlando come se il fatto di non poter entrare li infastidisse. C'è qualcosa nel loro cervello che gli dice che noi siamo qui dentro.
Il soldato Joe (vuole veramente che lo si chiami Joe, in realtà si chiama Giovanni) sta diventando irrequieto, vorrebbe uscire e fare questa missione di recupero cibo. Compagnia o no, ci sono stati comunque un paio di momenti di tensione in questa settimana. La convivenza forzata non è sempre piacevole, ma oramai dobbiamo accettare il fatto che le nostre vite non sono più quelle di una volta.
Cristo, vorrei una bella doccia calda... La situazione igienica non è così terribile, a parte il fatto di dover fare i propri bisogni in dei secchi, e poi svuotarli dal tetto, però almeno in magazzino abbiamo trovato i prodotti per le pulizie, di modo che il piccolo bagno non puzzi come una fogna. Per l'igiene personale, utilizziamo le stesse scorte d'acqua che usiamo per bere, e con questo caldo finiscono in fretta. Un paio di giorni fa c'è stato un violento acquazzone, e abbiamo raccolto quanta più acqua piovana possibile di modo da farla bollire e usarla. Dormiamo nelle tende da campeggio del negozio, una per ciascuno, distesi sui dei discretamente comodi materassini gonfiabili. L'alimentazione per ora non è un problema, abbiamo una buona scorta di Razioni K militari, che contengono pasta e carne, frutta secca o sciroppata e latte condensato, e in più abbiamo anche quello che ognuno e riuscito a portare con sé. Da questo punto di vista Miriam, la giovane mamma, è un genio. Riesce a preparare piatti buonissimi con le pochissime cose a disposizione e preparando tutto con i fornellini da campeggio che stanno qui in negozio. Sua figlia, Anna, ha stretto amicizia con Roland, e passano giornate intere a giocare. Mi chiedo come sia per una bimba di 6 anni affrontare questa situazione. Suo padre da quanto ho capito è stato infettato ed è morto in ospedale. Cosa le dirà la madre quando sono sole al buio per tranquillizzarla?
Ogni tanto vado sul tetto a fumare una sigaretta, e rimango lì, avvolto dal puzzo di putrefazione, a guardare la distesa di cadaveri, le auto abbandonate, e, impassibili in mezzo a tutto questo, loro. Ce ne sono ancora abbastanza qui fuori, fermi o in movimento. Sembrano tanti manichini spastici. Ogni tanto qualcuno di loro lancia un gemito o un urlo, ma non mi sembra propriamente una forma di comunicazione. Ce ne sono sia in buone condizioni, che sfigurati in modo orribile. L'altro giorno ho assistito ad una scena incredibile e nauseabonda. Se ci penso mi viene ancora da vomitare. Stavo osservando questa ragazza, con un lato della faccia ustionato e la mano sinistra maciullata, che camminava in tondo, e dopo un po' mi sono reso conto del fatto che fosse incinta. All'improvviso si siede per terra e, cristo giuro che è successo davvero, si sente un rumore come di strappo, il suo ventre si squarcia e ne fuoriesce un bambino, un cazzo di bambino zombie, con la pelle bianca e gli occhi rossi, che si guarda un attimo intorno, ancora impregnato degli immondi fluidi della madre, lancia un urlo e carponi si allontana come se nulla fosse. Ho vomitato l'anima dal parapetto. Io non le volevo vedere queste cose, non avrei mai voluto vivere una cazzo di apocalisse del genere, perché cazzo dovrei meritarmi una cosa come questa?