La fattoria in cui ci hanno portato questi tizi è
grande, con tante stanze, una dependance staccata dall’edificio principale e un
paio di grossi capannoni usati come stalle o deposito per i macchinari
agricoli. Un grande terreno, con orti e recinti per gli animali, il tutto
delimitato da un solido muro di mattoni alto circa 3 metri. C’è anche una nutrita
colonia di gatti, che sospetto si sia allargata accogliendo dei randagi da quando
i legittimi proprietari del terreno sono scomparsi, ed un paio di grossi cani
pastori.
Enzo è in convalescenza in una delle camere della
piccola dependance, un paio di medici si sono presi cura di lui ed ora è fuori
pericolo, ma non camminerà mai più normalmente. Angela adesso è con le altre
donne al fiume (che più che altro è un piccolo ruscelletto che attraversa le
terre della fattoria) a fare il bucato. Io sto con un gruppo di dieci persone,
e stiamo andando in città a cercare qualsiasi cosa utile. Quando hanno sentito
il racconto di come ho tirato avanti da quando tutto questo è cominciato, mi
hanno messo con il “reparto operativo”. In pratica, di giorno andiamo in giro a
tentare di non farci ammazzare e di notte stiamo di guardia lungo il muro che
circonda la fattoria.
Ma mi sta bene, cazzo se mi sta bene. Qui ho mangiato
pane ancora caldo. Non ho idea di quando sia successo l’ultima volta. C’è un
forno a legna qui, con cui ci facciamo il pane, la pizza. Ogni tanto ammazziamo
qualche pollo e ce lo facciamo arrosto.
Sono nel fottuto paradiso, e non una volta tutto
questo è stato minacciato da quei cazzo di mostri. Certo, ogni tanto qualcuno
si fa vedere, ma c’è sempre uno dei nostri di guardia che lo fredda prima che
si avvicini troppo. Ma comunque non credo che
siano in grado di scavalcare il muro. Il
cancello principale, così come quello secondario, è bello solido e bloccato da
un grosso trattore, di modo che anche un grosso gruppo di loro non sarebbe mai
in grado di sfondarlo.
A bordo del Lince, sulla strada per non so quale
centro abitato, l’atmosfera non è cupa. Si scherza, si ride, qualcuno accende
un sigaro. Molti sono eccitati, soprattutto i militari (sono una buona parte di
noi, ma per lo più siamo civili), che credo si divertano a far saltare un paio
di teste. Io me ne sto in disparte, e per questo a volte mi prendono anche in
giro, ma io non sono come loro. Sono stanco di tutto questo, ed eviterei
volentieri di andare qua e là ad ammazzare cadaveri ambulanti, ma se è il prezzo che devo
pagare per avere un letto comodo ed un piatto caldo ogni sera, ben venga.