La mia buona stella mi ha aiutato di nuovo. Sto scrivendo su carta perchè durante lo svolgersi degli ultimi avvenimenti il mio registratore è andato distrutto. Ero attorniato da loro, in preda al panico. Anche Roland, sul sedile posteriore dell'auto, era teso, tutti i peli ritti e un costante ringhio contro i finestrini. Il pick-up lo dovrò abbandonare qui, perchè quei cazzo di mostri hanno incrinato i finestrini a suon di pugni e testate, e non è più un mezzo sicuro. Ah, non ho ancora detto dove sono.
Andiamo con ordine.
Ho già detto che stavo andando praticamente a passo d'uomo in mezzo ad un'orda di zombie, che picchiavano sull'auto e urlavano. Non mi è nemmeno passato per l'anticamera del cervello di usare il fucile, non avrei aperto i finestrini per niente al mondo. É stato terrificante. Ero lì in mezzo a questa marea di cadaveri sfigurati in mille modi diversi: budella penzoloni da squarci nel ventre, occhi fuori dalle orbite, centinaia di moncherini che si agitavano verso di me, ho addirittura visto una ragazza a cui mancava tutto quello che c'è dalla vita in giù, sostituito da un buco grondante fluidi, aggrappata alla schiena di un grassone con un braccio solo. Anche definirli predatori è uno sbaglio, perchè non c'è un'intelligenza dietro quegli occhi vacui, quelle espressioni quasi apatiche. A parte uno... ma forse mi sbaglio.
Ce n'era uno, un uomo sui 30 anni ancora in buone condizioni, a parte la ferita nemmeno troppo grande sull'avambraccio sinistro. Sarebbe potuto sembrare vivo, se non fosse per la pelle bianca come la neve che hanno questi mostri, su cui si staglia la carta stradale delle vene e delle arterie in viola, e gli occhi rossi dove una volta avrebbe dovuto esserci il bianco.
Lui se ne stava lì in mezzo agli altri, senza muoversi, senza sbraitare. Mi osservava. Mi puntava. Giuro che quell'essere era intelligente almeno quanto me.
All'improvviso sul tetto di uno dei prefabbricati del centro commerciale ho visto un gruppo di 4 o 5 persone, e ci ho messo qualche minuto a capire che erano persone vive. Non urlavano per non attirare l'attenzione dei mostri, ma si sbracciavano un bel po' per farsi notare da me. Mi hanno fatto segno di fare un giro molto lungo e poi tornare verso l'edificio, indicandomi una porta laterale. Ho pensato “si certo, voi siete lassù, sono io che sto in mezzo a quest'inferno, come cazzo faccio ad andarmene di qui?” e loro, come se mi avessero letto nel pensiero, hanno sparato una specie di razzo giusto davanti il muso della mia auto. C'è stata un'esplosione e una vampata di calore. Ho visto pezzi di esseri umani volare nel cielo per poi ricadere al suolo, ho visto alcuni di loro andare a fuoco, ma non soffrirne per nulla; in quei pochi secondi ho visto più di quanto volessi vedere in tutta la vita, e ho la sensazione che vedrò ancora di peggio, se riuscirò a sopravvivere. L'esplosione mi ha aperto un varco nell'orda, e io prima ancora di pensarci ho accelerato e sono riuscito a divincolarmi da quella stretta mortale. Scivolando sui corpi stesi sull'asfalto, ho messo una cinquantina di metri tra il pick-up e loro. C'è stato un istante in cui mi hanno semplicemente guardato, senza fare un cazzo, come se provassero una forte delusione, ma poi hanno iniziato a correre. Il rumore dei passi di un'orda di morti che ti rincorrono calpestando un tappeto di cadaveri è un rumore che non riesci più a toglierti dalla testa.
Ho ingranato la marcia e cominciato a muovermi, con Roland che, intuendo di non essere più in immediato pericolo di vita, s'è fatto un po' di coraggio e si è messo ad abbaiare dal lunotto posteriore.
Ci è voluto un bel po' di tempo per portarli dove volevo, senza distanziarli troppo per non fargli cambiare idea. Dopo circa quaranta minuti passati a fare da esca ad una folla di brutte copie di Rob Zombie, ho spinto a tutta velocità l'auto verso la porta che mi indicavano i tizi. Un paio di volte, dallo specchietto retrovisore, ho visto ancora quello “anomalo” seguirmi senza fretta, lentamente, con la consapevolezza di avere tutto il tempo del mondo.
Arrivato alla porta laterale dell'edificio, sono usciti due uomini armati di balestra, che hanno aspettato mentre un terzo tizio mi aiutava a portare il mio culo, quello del mio cane, e un po' della roba che portavo sul pick-up, armi comprese, nel prefabbricato (ed è stato lì che ho distrutto il registratore, contro lo stipite della porta mentre portavo all'interno un paio di taniche di carburante... che fesso...).
Sbarrati nel reparto sportivo del centro commerciale sopravvivono 5 persone: c'è un militare sui 30 anni, un ragazzino ancora troppo giovane per rasarsi i 4 peli che si ritrova sul mento, una giovane mamma con una bimba di circa 6 anni, e un uomo sui 70 che si aspetta di morire da un momento all'altro. Non ricordo i loro nomi, sono ancora sotto shock e tutto mi sembra come un brutto incubo da cui non riesco a svegliarmi. Le entrate principali del negozio sono sbarrate con molte assi di legno, e la porta laterale da cui sono entrato è bloccata da un grosso scaffale pieno delle cose più pesanti che si possono trovare in un negozio sportivo. Il militare mi ha spiegato che faceva parte di una spedizione per portare civili in luoghi sicuri, ma che durante il tragitto sono stati attaccati e loro, gli unici sopravvissuti, si sono rifugiati in una casa a circa 10 km da qui. Come me hanno sentito l'annuncio dalla radio e hanno deciso di venire, e hanno trovato quello che ho trovato io: un bel cazzo di niente con contorno di zombie. Sono qui da ieri, hanno una non troppo scarseggiante provvista di cibo costituita di razioni militari e un po' di quello che sono riusciti a portare da casa. Prima del mio arrivo stavano pensando ad un piano per arrivare al corpo principale del centro commerciale, in modo da recuperare un po' di acqua, dell'altro cibo, e tutto quello che potrebbe essere utile per affrontare una nuova partenza appena deciso il da farsi. Non hanno notizie sulla fantomatica nave. Il soldatino mi ha spiegato di aver sentito l'annuncio due volte alla radio ma poi più niente, scariche statiche su tutti i canali, anche sulle frequenze militari di emergenza. Se una nave c'è bisogna muoversi prima che se ne vada senza di noi. Se invece la nave non c'è... beh mica possiamo rimanere chiusi nel reparto sportivo di un centro commerciale fino alla fine dei nostri giorni?