Ieri notte ci siamo mossi verso Pozzuoli. Sono ancora con loro. Ho provato ad andarmene, a sgattaiolare via come un ladruncolo, ma sono stato sorpreso da Miriam. Con la mano sulla maniglia della porta, e uno zaino da campeggio con cibo, armi e vestiti sulle spalle, ho sentito la sua voce dietro di me. “Buona fortuna”, mi ha detto. Sono rimasto impietrito, pensando che se fossi uscito di lì non avrei potuto bloccare la porta, condannandoli ad una morte certa. “Se vuoi farlo io non ti fermerò, forse è meglio morire subito piuttosto che andare avanti così.”. Ed è ritornata a dormire nella sua tenda, con sua figlia e il piccolo Roland, che oramai è di proprietà di Anna. Mi sono sentito un vero coglione, non saprei dire perchè. Il mattino dopo l'ho aiutata a preparare la colazione per tutti, in silenzio. Nessun altro conosce questa storia. Ma ho comunque detto agli altri che avremmo fatto meglio ad andarcene, perchè con le scorte di cibo praticamente finite sarebbe stato inutile rimanere chiusi lì dentro. Saremmo dovuti uscire a cercare qualcosa, o spararci un colpo in fronte e farla finita così. Continuare a fuggire e a nasconderci non ci porterà da nessuna parte, dobbiamo cercare di reagire, di trovare altri sopravvissuti, di fare qualcosa. L'unico modo per riuscire ad andare avanti è accettare la situazione e cercare di affrontarla al meglio.
Abbiamo deciso di muoverci comunque verso il porto: se troviamo qualcuno bene, se non troviamo nessuno, tenteremo di prendere una barca per dirigerci verso le isole e vedere lì com'è la situazione. Ora siamo in una casa in prossimità del porto, ma è molto buio e lì fuori c'è molto movimento, quindi aspetteremo il giorno per decidere il da farsi. Arrivare qui tutto sommato non è stato molto difficile. Tutte le cose indispensabili e le armi le abbiamo caricate in 4 zaini da campeggio, e con il mio Mitsubishi (cristo, mi ha aiutato in un sacco di situazioni!) ci siamo mossi dall'oramai odiatissimo negozio di attrezzature sportive attraverso il parcheggio pieno di morti, verso un blindato dei militari. Miriam alla guida, Anna e Roland nell'abitacolo con lei, e io e il soldato Joe nel cassone coi fucili spianati e i bagagli. Il tragitto non era molto lungo, l'abbiamo percorso in pochi secondi, travolgendo un paio di zombie e sparando a quelli più vicini. Non ci siamo preoccupati molto del rumore, perchè avremmo dovuto fare il trasferimento da un mezzo all'altro in pochi istanti e così è stato. Il blindato è un mezzo abbastanza grosso e pesante, con un abitacolo per 4 persone e un cassone coperto sul retro. Il soldato Joe ci ha spiegato, mentre guidavamo fuori da quell'inferno diretti verso la superstrada, che quello che stiamo usando è un mezzo di nuova generazione, chiamato Lince, blindato al punto che in Afganistan resiste a mine e colpi di bazooka. Ha un'autonomia di 500 km e può trasportare un paio di tonnellate di attrezzatura. Come se non bastasse nel cassone abbiamo trovato qualche tanica di carburante piena e un paio di fucili d'assalto in più con un buon numero di munizioni. Chiunque l'abbia portato dov'eravamo noi, ci ha fatto un bel regalo, prima di fare una fine di merda. Il tragitto sulla superstrada e poi sulla tangenziale è stato abbastanza tranquillo. Certo, c'erano automobili abbandonate un po' ovunque, ma a noi non interessava correre. Ne abbiamo incontrati solo un paio in prossimità dell'uscita della tangenziale, che camminavano in un modo quasi ridicolo verso di noi. Con la luce dei fari puntata su di loro, sembravano mimi su un palco. Gli abbiamo fatto saltare la testa con i fucili d'assalto.
Il centro di Pozzuoli è tutta un'altra storia invece. Le macchine sono talmente ammassate e ci sono talmente tanti mostri per strada che affrontare tutto di notte sarebbe stato un suicidio. Abbiamo girato un bel po', e fatto anche un bel po' di casino tra il blindato e un paio di colpi sparati agli zombie più vicini, tanto che per entrare nella casa in cui siamo ci abbiamo quasi lasciato la pelle. Oggi non ci siamo mossi perchè tutto il trambusto di ieri notte ne ha attirati un po' troppi qui intorno.
Appena possibile, ci muoveremo.